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Storia antica di Como

Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani, 1860, pagine 259

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1CJ6 STORIA ANTICA DI COMO
   « veva Plinio ad un amico, sono lunghesso le « rive del Lario, ma due tra le altre mi riescono « dilettevolissime e tengo nini in lavori occupato, « L una soprapposta agli scogli, d'alto signoreg-« già il lago soggetto; l'altra è attigua al lago, ed « ambedue ricordano quelle di Baia.... L' una e <¦<¦ l'altra ha una particolare bellezza, e perciò più k piacevoli tornano al proprio padrone.... In quella » ò un lungo e dritto viale, e in questa un porte tico larghissimo e alquanto inclinato : ivi non « si sente il fragore delle onde, e qui vengono a « spezzarsi al piede dell'edilizio ; di la puoi mirare « i pescatori, e da questa puoi tu stesso pescare, « anzi dalla camera e quasi dal letto gittare la « lenza , siccome dal battello. ?> Varii marmi si dissotterrarono al castello in Bellagio, e in qualche frammento si lesse il nome della famiglia dei Plinii.
   Le comuni nostre sepolture ai tempi romani erano collocate ai fianchi della strada, che dal sobborgo di san Rocco va a san Carpóforo. Oltre le prove di fatto che ciò ne persuadono, sappiamo che per le leggi delle dodici Tavole era vietato seppellire in città , e che i sepolcri erano d'ordinario lungo le principali strade, ed anche allora, come al presente, dovette essere la strada, che passa presso san Carpóforo, tra le nostre la più frequentata. Nei primi anni del corrente secolo aprendosi la nuova strada Napoleone, che da san Rocco accenna alla Camerlata , ed abbassandosi alcune prominenze di terra, vi si rinvennero nella parte declive molte anticaglie, tra le quali un avello di mattoni, urne, vasi cinerarii ed una grande lapide consacrata dai Comensi all' imperatore Elagabalo. Più in alto in contiguità alla basilica di san Car-