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^o STORIA ANTICA DI COMO
il loro senato denominavasi per antonomasia Consiglio (Ondo). Il luogo dove si radunava fu detto la Curia, e fece parte della basilica, che era un vasto edifizio contenente, oltre la curia, 1' auguste'o , o il sito dove si prestava il culto agl'imperatori, e i tribunali. I decreti erano rispettati non meno che in Roma i decreti del senato, e portavano in fronte le abbreviature D D , vale a dire Decreto dei Decurioni. Ebbero i decurioni insegne o ornamenti particolari; e a titolo di onore ne decorarono talvolta i cittadini benemeriti per qualche fatto in vantaggio della repubblica. Il gramatico Àtilio Setticiano fu uno di questi privilegiati. Sappiamo di certo per una lettera di Plinio, che per essere tra noi eletto al decurionato bisognava, che le proprie facoltà avessero il valore di centomila sesterzii. » Prova abbastanza, scriveva Plinio al « suo concittadino Fermo, che tu possedi cento-« mila sesterzii la carica che tieni fra noi di de-(( curione. Dunque perchè tu non pur goda di « questa dignità, ma anche l'onore di essere cavaci liere romano, del mio trecentomila te ne offro. » Piccola somma è questa, se considerasi 1' altezza del grado e si pensa ai presenti tempi, in cui le dovizie sono più diffuse, sì per l'oro che ci portò la scoperta dell'America, che per l'abolizione della schiavitù e l'introducimento di nuovi rami d'industria e di commercio. Allora nelle provincie erano rare le smisurate ricchezze dei privati, che tanta deformità portano negli ordini civili , e in mezzo ai virtuosi Traspadani non si faceva mercato di gradi e di onori, come nella corrotta Roma. Le lapidi ci tramandarono il nome di L. Rutticeli Secondo, e di T. Atilio Mocelio, decurioni.
Gli altri magistrati, secondo il numero ond' e-