AL LIBRO II. G5
di Giulio Cesare. Negli antichi marmi eomcnsi si ha sempre Comuni e Comcn.sea; e così nelle opere dei due Plinii. Svetonio e san Girolamo, di Plinio il vecchio parlando, usarono la voce tVo-vocomensis, e l'usò Aurelio Cassiodoro (in Chronico): di poi non s'incontra che presso i moderni, che nel secolo \\ la rivocarono in vita.
Strahone è lo scrittore, che ci fornisce i più minuti particolari intorno a Corno e alla colonia che Cesare vi menò. Lo ristampo, servendomi della edizione di Amsterdam presso Wolter» dell'anno 1707 ( Lib. V, p. 326) Ràfiov.. .. S' yv /uev xctroixi'tx perpia, nop7r^eo; Se IrptxGwv ò Mayvov nar-rip y.axw5fèo-av Otto twv vnep-xeipévoìv 'Patrwv o-uvwxiTev etra Taio? Ixrjntwv 7repi Tptvyi'kiQvq ¦JTpoviSYixsv' clr* ò Kaùcap TrevTdx.irjyi'Xiovz inlauvwxiTsy* àv aÙTÓSt' à/Xà xat tóvvouiye T&i xTtapari txjtvot xariX»7rov. Nfwxw/^t/rai yxp ixA^Sìjcav «n-avrec toùto utBspprivevSév NoSov/ix'jàfiov/* àé'ystsu. 'e77ù; tou ^bìpiov tovtqv aÌ{mv*1 Aapiot xaAoupévq* nìripot <5'avT»}v ó nOTapió; x. t.
Una grande difficoltà ha fato nascere Strahone. Il diritto di cittadinanza fu impartito da Cesare a tulli i cinquemila coloni, » soltanto ai cinquecento Greci? Stando al testo citato sembra che la cittadinanza non fosse concessa clic ai Greci. Guarino veronese e Gregorio Trifernale così intesero Strahone nella loro antica traduzione (Slrab. Geogr. Tarvisii, 1480). L'Eros bacìi io ristampando in Basilea nell'anno lo39 questa traduzione con correzioni lasciò intatto il passo controverso, fi Casanbono da loro non si diparte nella edizione del 1707, sopra allegala. Gli editori francesi di Strahone citali da Fr. Amhrosoli (Strabene, ecc. Milano, I8Ó5 , tomo III) sono invece di parere (e con loro l'Ambrosoli) che tutti i cinquemila venissero della cittadinanza romana onorali, e che i Greci fermassero in Como la loro stanza. Non ammetto il domicilio dei Greci fra di noi, essendovi manifestamente contrario il testo di Strahone, da cui unicamente sappiamo il fallo ; ma quanto alla cittadinanza, è certo che fu conceduta a tutti i cinquemila coloni. Svelonio nella vita di Giulio Cesare (§ 28) lo dice chiaro, e soggiunge che Cesare fece questo in onta alla legge (per am-bUionem et ultra praescriptum ) onde guadagnarsi molli partigiani. Plutarco nella vita di Cesare (§ 26) concorda con Svelonio. È riflessione di Eineccio (In uppend. Aut. Rom. I, 2, § 81») che quando si tentò di levare ai Comensi per far dispetto a Cesare i diritti, di cui erano in possesso, non si trailo d'altro che di cittadinanza. Appiano Alessandrino (lib. It, §26 ecc.) pretende che ai Comensi si volesse levare il diritto del Lazio. Questo diritto non venne da Cesare, ina da Pompeo Strahone, e lo possedevano legalmente tulli i Comensi insieme agli altri Traspadani, fossero, o no, della colonia di Cesare. Sigonio (De Anli7. jur. Hai. Ili, p. 780 eie.) pensa come Appiano.
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