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Le prime origini della lingua italiana
Biblioteca del Popolo

Sonzogno Milano, pagine 63

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   DKLLA LINGUA ITALIAN*
   3'J
   ed i passivi, più una classe detta dei deponenti. I passivi ed i deponenti scomparvero dalla nostra lingua. La sola voce che ci è rimasta della conjugazione passiva é il participio perfetto (part. passato): amatus (amato), il quale è usato col verbo habere (avere), per supplire ai verbi mancanti nelle voci attive, e con esse (essere) a quelli mancanti nelle voci passive.
   Dei modi latini si conservarono: l'indicativo, l'imperativo, il soggiuntivo, l'infinito, il participio e si aggiun.se il condizionale.
   Dei tempi si conservarono: il presente indicativo, amo (amo); l'imperfetto indicativo, amabam (amava); il perfetto indicativo, amavi (amai); il presente soggiantino, amem (ami); il più che perfetto soggiuntivo, atnavissem, amas-sem (amassi). Dell'imperativo restò il solo presente: ama, amate (ama, amate); dell'infinito il solo presente: amare; del gerundio soltanto la forma ablativa, amando (amando); restò il participio presente, amans (amante); ed il participio perfetto o passato, amatus (amato), il quale ha spesso valore di aggettivo.
   Dei tempi latini scomparvero dunque: il futuro indicativo, il più che perfetto indicativo, il perfetto congiuntivo, il futuro esatto o anteriore, l'imperfetto congiuntivo, il perfetto infinito, l'infinito futuro passato, il supino.
   Per ovviare all'inconveniente delle forme perdute si fece uso della circoscrizione o perifrasi per mezzo del verbo ausiliare habere (avere), che si uni ora al participio perfetto o passivo, ora all'infinito.
   Così per esprimere i diversi tempi del passato si uni il verbo habere al perfetto del participio o participio passivo. 11 verbo habere perdetto il suo proprio significato, e col participio rimase a significare i diversi gradi del passato Ito, aveva, ebbi cantato, lat. habeo, habebam, hàbui cantatimi. Tal costruzione non era sconosciuta nemmeno al latino classico.
   Vennero in tal modo a crearsi nel nostro volgare quattro nuovi tempi: il passato prossimo, ho cantato (habeo cantatimi)-, il trapassato remoto, habui cantatimi; il condizionale presente, canterei; il condizionale passato, avrei cantato.