40
E PRIME OBIGTNI
Numerale.
In italiano la flessione dei numerali è andata quasi del tutto perduta. Soltanto si conservò la forma femminile di una, e la plurale di mille. Nel prisco volgare, ed oggi iu alcuni dialetti, si conservano duo, dui, due, dua. Le ragioni per cui sopravisse una sola delle forme del due, deve attribuirsi ad attrazione analogica di cinque, sette, ecc. o perchè dm era la forma più indifferente al genere, ed anche al numero perchè l'c p iò essere desinenza tanto del maschile singolare, come del femminile singolare e plurale, es.: rose, voce. Nei testi antichi le forme dui, due, dua sono usate promiscuamente.
Aggettivo.
L'aggettivo ha subito la stessa sorte del sostantivo. Il neutro però degli aggettivi latini è scomparso affatto dal nostro volgare.
Perciò agli aggottivi di tre terminazioni : us, a, mot, a quelli di due e di una sola si sostituirono in italiano aggettivi di due terminazioni (variabili) come buono, buona, o di una sola (invariabili) come grande, felice.
È notevole la tendenza propria (anche del latino) a scambiare ed a fondere queste due classi di aggettivi e specialmente ad attrarre la seconda classe verso la prima, cioè a rendere mobili tutti gli aggettivi, mentre è raro il passaggio dalla prima alla seconda classe.
Un esempio di questo fenomeno lo abbiamo negli aggettivi terminanti in estre, che furono attratti nella prima classe, così si disse: campcstro, alpestro, cilestro, Silvestro. ecc.
Più raro è il passaggio dalla seconda alla prima come in quelli uscenti in ente: lente, fraudolente, turbolente, sonnolente.
Il plurale degli aggettivi si fece come quello dei sostantivi ; è da osservarsi soltanto che co, fa ci. Però cieco, ciechi, e lo, le fa talvolta il plurale in i, come : bello, bei.