DKLLA LINGUA ITALIAN*
3'J
Plurale dei sostantivi.
Tn italiano si conoscono quattro modi per formare il plurale, elio si ottiene col sostituire alla vocale finale del singolare le vocali -.eia ora. Secondo queste differenti uscite i sostantivi italiani si possono dividere in sei classi.
Classe l.a — Singolare in a, plurale in e:
Comprende i femminili delia prima, es.: rosa; i femminili della quarta, es.: nurus; e della quinta, es.: rabies; ma specialmente molti femminili della terza, es. : soror, puppis ; ed alcuni neutri, come pecus.
Sono specialmente numerosi i femminili che passano dalla terza alla prima declinazione, es. : suora, ghianda, fascia, frana, mogliera, poppa, fronda, e le greche saqma = soma, calma, ciurma, cima.
Classe 2.a — Sostantivi terminanti al singolare in a od o, al plurale in i. In questa classe si comprendono:
Quasi tutti i maschili e neutri della seconda e della quarta, ed i femminili della quarta che diventarono maschili. Abbiamo dunque servus (servo), spiritus (spirito), forum (foro), gela (gelo), acus (ago); plurale servi, ecc. Inoltre molti maschili e neutri della terza, es. : passcr, fustis, sorex (sorcio), glis (ghiro), e due maschili della prima: pilo'a (piloto), regnicola (regnicolo).
In questo tipo si modilica talvolta la consonante del tema, e precisamente in =ariì originariamente si ha nel singolare —aio e nel plurale —ari, es. : nobiio, notari; de-naio, denari; calzolaio, calzolari. Più tardi per influenza di notaio, si fece notai, e per influenza di notari. notaro.
—[T\li Le forme: capei (capiIli), cavai (cabalii), animai (animali), pare manchino nella più antica poesia toscana. Invece, nella Tavola Rotonda, testo senese, si ha capegli, cavagli.
—ci —gi. Di regola la gutturale si cambia in palatina davanti alla i: amico, amici. Ma questa regola è spesso turbata : antico fa antichi; fuoco, fuochi. Ciò avviene quando il plurale in i succede ad un plurale anteriore,