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LE i'UIME ORIGINI
Influenze straniere.
I vocaboli dei volgari neolatini derivano per nove decimi dal latino e per un decimo dalle lingue straniere, con un fondo di vocaboli dei quali non si è potuto finora stabilire la provenienza. La lingua germanica è la sola che abbia avuto un'efficacia sui lessici romanzi e specialmente sull'italiano, e da essa ci sono venuti circa centoquaranta vocaboli.
Nel quinto e sesto secolo dell'èra nostra avvenne l'invasione e la conquista delle Provincie romane per opera dei popoli germanici. Molte popolazioni teutoniche si stabilirono allora in Italia; prima quella degli Eruli, poi degli Ostrogoti, e finalmente dei Longobardi che vi lasciarono traccie più durature per essere la loro dominazione durata quasi due secoli. Ognuno di questi popoli dovette esercitare un'influenza sul latino volgare, ma non tanto da dare origine, come vollero alcuni, fuori alle nuove lingue romanze è da noi al volgare italico.
Non essendoci rimasti documenti letterari nè degli Eruli, né degli Ostrogoti, nè dei Longobardi per provare l'esistenza di parole germaniche nel volgare italiano, bisogna ricorrere al sistema fonico del gotico, cioè del tedesco antieo.
La conquista del territorio dell'impero fatta dai Germani doveva naturalmente portar seco un grave rivolgimento politico. L'Italia si divise in due classi, o popoli: l'uno dei vincitori, l'altro dei vinti; il primo bellicoso, l'altro quieto e lavoratore. Tal condizione di cose lasciò traccie nella lingua romana. Nondimeno i popoli dell'impero chiamarono barbari i vincitori e questi loro Romani. Ma sebbene conquistatori, i barbari furono ben lungi dall'eserci-tare sui vinti l'influenza civilizzatrice dei Romani: la lingua germanica riconobbe sempre la supremazia del latino, che conservò i suoi privilegi di lingua ufficiale; nè poteva essere altrimenti: la religione parlava in latino, le leggi stesse tedesche erano redatte in latino.
Ma se la lingua germanica scomparve presto dal suolo