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e affralimento di tutte le forze ; il che gli rendeva impossibile la benché menoma applicazione.
L'immaginazione, esaltata dalle sofferenze, gli fece quasi credere d'essere caduto fra le tenebre dell'oblio di tutti (II, 344). Invece avrebbe sperimentato in breve di quanto affetto lo amassero e di che cosa fossero per Lui capaci gli amici!
La famiglia avevagli preparato l'alloggio nella parte detta — Casino di campagna — che è un braccio volto a ponente del palazzo. Ha le camere chiamate delle brecce, per i loro battuti alla veneziana.
Questo appartamento, ricostrutto nel 1816, era a cavaliere di due vaghi giardini. Giacomo e i fratelli l'abitarono appena fu possibile, dopo compiuti i lavori di restauro. Esso avea (come ha tuttora) tre buone camere pei tre fratelli, Giacomo, Carlo e Luigi, una saletta in comune e un piccolo camerino, dove il povero Luigi, morto nel 1828 a soli ventiquattr'anni d'età, solea divertirsi in lavori di meccanica, pei quali avea gran trasporto. La camera abitata dal Nostro era l'ultima in fondo, e si conserva tuttora intatta, anche colle stesse tendine alle finestre.
Di là, quando partì Geltrude Lazzari, Egli udiva i destrier, che dovean farlo deserto, batter la zampa sotto il patrio ostello. Di là protese al buio ver lo balcone
— l'orecchio avido e l'occhio indarno aperto — la voce ad ascoltar, se ne dovea — di quelle labbra uscir, ch'ultima fosse.
Nel piano della libreria non c'è punti balconi. Sono invece nel secondo piano o piano nobile, e Giacomo quivi fece i suoi primissimi studi col Sanchini in un salotto, dalla cui bella loggia, a mezzodì, — mirava il ciel sereno
— le vie dorate e gli orti — e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Negli appartamenti di questo piano vi sono le ampie finestre e le sale antiche, dove — rim-