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nuo. Così egli perseverò nelle dottrine che aveva adottate da principio, e, non che poter rifare i suoi studi, egli giunse in breve a tal grado di indisposizione, che, benché serbasse intatta la radice delle sue facoltà, la menoma applicazione di esse gli era quasi impossibile : e gli stessi patimenti che soffriva, contribuirono ad inasprire il di lui animo contro il fato, da cui ripeteva ogni suo travaglio, e a confermarlo nella sua deplorabile filosofia „.
E, nell'agosto del 1838, il Gioberti medesimo, attenuando sempre più il giudizio portato sull'efficacia che l'autorità del Giordani potè esercitare sull'animo dell'amico, così scriveva al De Sinner : Il Leopardi non vi disse se non il vero, attribuendo ai suoi propri discorsi e agli studi l'incredulità che professava; giacché egli non era uomo da cedere facilmente alle ragioni dogli altri; e se il colloquio col Giordani valse a seminare lo scetticismo nell'animo suo, e a fargli fare quel primo passo di chi comincia a mettere in dubbio la fede bevuta col latte, e connaturata dall'educazione, egli non dovette se non ai propri studi, o all' influenza inevitabile dei sistemi filosofici, che correvano alla giornata, lo dottrine, che in appresso professò nelle sue scritture „.
Quando il Giordani seppe, che il Gioberti aveva detto anche al Barruffi avergli il Leopardi confidato, che l'amico l'avea sedotto all'incredulità,,, rispose: No: il Leopardi (che sarà stato miscredente se volete, ma era galantuomo) non può mai aver detto tal cosa. Non l'avrebbe detta se fosse vera, molto meno essendo falsissima ; perchè mai, mai si ò parlato tra noi di tali cose „ (Appendice all' Epistolario Leopardiano).
E perchè si dia a questa smentita il suo giusto valore, va ricordato, che, quando nella prima metà di