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sunto di renderlo incredulo : nè penò a riuscirvi per la sua eloquenza, che doveva aver molta forza sull' immaginazione di un giovane, il quale, d'altra parte, dottissimo in letteratura, ecc....,, (Ricordi biogr. e carteggio di V. Gioberti, raccolti per cura di G. Massari, tomo II, cap. XII).
Però in appresso modificò la sua dicitura in quest'altra : A proposito delle funeste dottrine professate dal Leopardi, non sarà forse discaro ai lettori d'intendere ciò che io ho udito dalla sua bocca, e che può spiegare, fino a un certo segno, un traviamento cosi straordinario in uno degl'ingegni più vasti e più eleganti, e degli animi più belli, più amabili e più generosi, che abbiano onorato da gran tempo la nostra penisola. L'incredulità non fu un parto spontaneo della sua mente, nè un frutto immediato de' suoi studi.... e quando gli fu instillata, benché egli già fosse dottissimo in letteratura, non era egualmente versato nelle materie che spettano alla religione e alla filosofia (?). In appresso, il Leopardi si diede effettualmente a questi studi, e vi recò l'ardore e la potenza intellettiva che metteva in ogni sua elucubrazione : ma il sensismo e la miscredenza dominavano allora generalmente nell'Europa meridionale, e le dottrine del Locke, del Condil-lac, del Tracy godevano in Italia di un' autorità irrefragabile, che dovette confermare il Leopardi nell'indirizzo ch'egli aveva ricevuto. Io stimo però che una mente così capace non sarebbe indugiata gran tempo ad accorgersi dell'errore e a mutar cammino, se avesse potuto proseguire a leggere e a meditare; ma cominciò ben tosto per l'infelice quella malattia, che lo accompagnò infino alla morte; le suo occupazioni letterarie, come diceva egli stesso, furono prima ridotte meno cho a mezzo, e poscia a nulla ; e i tre ultimi lustri della sua vita non furono che un penare conti-