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perfettamente ; perchè in verità la stizza mi monta di quando in quando „. E poi, accorgendosi della triste impressione che aveva fatto, soggiungeva ad Antonietta Tommasini, madre di Adelaide: Vi giuro, che l'amore ch'io porto infinito agli amici e ai parenti, mi riterrà sempre al mondo, finché il destino mi vorrà „.
7. — Il 1° luglio spedi per la posta al signor Moratti il • ms. della Crestomazia poetica per lo Stella. Oramai per lui Firenze non valeva Pisa ; laonde sarebbe tornato volentieri in quest'ultima città, se non avesse temuto il viaggio e le sue conseguenze. Invano la famiglia Tommasini lo scongiurava a non tenerle celata la gravità de' suoi mali, intendendo essa di venire ad assisterlo. Egli ringraziava; però madre e figlia, che non vollero adagiarsi nel suo ottimismo, dettero una scorsa a Firenze, e credettero solo a ciò che videro coi propri occhi. Queste due gentildonne lo avrebbero voluto condurre seco a Bologna, e solo vi rinunciarono dietro formale promessa, che loro non avrebbe celato mai la gravità de' suoi morbi, ed anche perchè vollero risparmiargli lo strapazzo d'un altro viaggio assai disagevole.
Quelle vie di Firenze, dove s'era ricreato a passeggiare, adesso gli sembravano viottoli sudici (II, 315). Era il malessere che gli rendeva uggioso tutto e tutti, e non altro. Quella popolazione, che fu sempre tanto civile, gli sembrava sciocchissima, ignorantissima e superba. Gli stessi letterati, che un tempo avanzavano, a detto suo, que' di Bologna, ora ne sapevan molto poco e gli comparivano come gente che si dava troppo alla politica e alla statistica, a scapito della Letteratura e del Bello. Come andasse la cosa, lo dice la sua lettera del 29 luglio 1828 al Brighenti: La mia salute si va alternando tra i dolori e qualche intervallo di . riposo „.