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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   giurava innanzi a Dio che lo amava quanto più teneramente fosse possibile. Riguardo alla mancanza di confidenza, essa proveniva dall'abitudine contratta sino dall'infanzia, abitudine imperiosa e invincibile, perchè troppo antica e cominciata troppo per tempo „.
   Decembre fu un marzo, e gennaio un aprile ; e il Nostro malato, confortato da quelle miti aure, lavorava 'assiduamente intorno alla Crestomazia poetica e poteva fare anche lunghe passeggiate senza ferraiuolo, e leggere e scrivere a finestre aperte (II, 269).
   Ma per l'occupazione soverchia, ch'era l'antico suo peccato di cui non sapea mai astenersi, i nervi gli si riammalarono e gli peggiorarono, da non dargli requie a nessun partito. Per quanti diversi sistemi di vita sperimentasse, non riusciva a calmarli ; sicché era ricaduto a non poter pi^fissare, al solito, la mente in un pensiero per un solo minuto, senza sentirsi muovere una convulsione interna, e senza che lo stomaco non gli si disturbasse, e la stessa bocca non gli divenisse amara (II, 276).
   Sappiamo già che, in epoche anteriori, la stessa causa gli avea dato le stesse conseguenze.
   Ed ecco la sua vita intima, narrata da Lui stesso al Vieusseux, in data 25 febbraio 1828:
   Quanto alla pensione, vi dirò che io qui in Pisa ho : 1° camera, con lume, biancheria da letto e da tavola e servitù : 2° pranzo in camera, all'ora che mi piace; consistente in zuppa, tre piatti, pane e acqua (non frutti e non vino); 3° colezione, consistente in caffè e cioccolata, e due buoni biscotti ; 4° nettatura di stivali e scarpe ; 5° imbiancatura e stiratura; 6° fuoco la sera nel letto; e tutto questo costa undici moneto al mese „.
   Quando potè, lesse il romanzo del Manzoni, il qua-