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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ostante i molti malanni e la grande difficoltà a leggere e scrivere, si sentiva fare di continuo lucrose profferte di pubblicazioni. Il che contribuiva non poco a tenergli sollevato l'animo; di modo che s'andava consolando al pensiero che non sarebbe morto del tutto (II, 219).
   Al conforto dei presenti si aggiungeva quello dei lontani e della famiglia. Ma in quelle condizioni di salute, si sentiva stanco della vita, stanco della indifferenza filosofica. Non avea altri disegni, altre speranze che di morte. Sedeva colle braccia in croce, ed un morto avrebbe potuto dire di passare il tempo meglio di Lui (II, 228, 29, 30).
   4. — Il Nuovo Ricoglitore „ di Milano, pubblicava la — Traduzione dell' Orazione di Gemisto „ — nel suo fascicolo d'agosto; mentre a Firenze usciva alle stampe il volumetto delle Operette morali „. La parola del grande scrittore fu lasciata intatta dalla Censura, specie per l'opera del censore teologo Bini, che si contentò delle Avvertenze, dettate dall'abate Barsi (Piergili, Doc., XIV).
   La pubblicazione di questo libro fu contemporanea a quella de' Promessi Sposi. E se a questi ultimi il pubblico fece migliore accoglienza, accadde perchè nel libro del Leopardi si discute il problema della vita, senza menomamente accennare alla lontana nè a Dio, nè alla vita futura ; mentre quello del Manzoni era la glorificazione della Religione cristiana in un dramma, per porgere un'intuizione dell'avvenire, in cui rasso-gnazione, energia, confidenza, avrebbero condotto alla libertà. Quindi i Gesuiti confessori lo davano a leggere ai loro penitenti (Lettera di Monaldo a Giacomo, 23 giugno 1828). Ecco spiegata l'istantaneità del buon successo ottenuto dal romanzo manzoniano in tempi, nei quali la pubblicità era lentissima.
   Non pertanto la prosa leopardiana vince l'altra.