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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Montani, Montanelli, Bixio, Mazzini sulle questioni politiche del giorno. Tanto che si potè dire, che VAntologia teneva in tutto la via di mezzo fra il bollente Indicatore di Genova e lo sdolcinato Giornale arcadico di Roma.
   In siffatta società capitò il Leopardi, già conosciuto nel suo grande valore. E tutti i frequentatori del Gabinetto Vieusseux presero a confortargli l'esistenza, rendendolo così meno sensibile ai suoi dolori fisici, che pur non erano indifferenti (II, 220).
   Essi gli tenevano a turno compagnia; ed Ei si intratteneva volentieri con loro a ragionare sui temi e sulle opere da compiere o su quello già fatte. Tutti si studiavano di divagarlo dalle sue sofferenze ; molto più perchè era per la sua ostinata oftalmia obbligato a starsene senza poter nè leggere, nè scrivere, nè vedere.
   Ai primi di luglio, i suoi occhi non gli davano ancora pace, e senza speranza di prossima guarigione gli si erano per di più enfiati alle palpebre, e per la stessa cura gli accrescevano gli acutissimi dolori. Passava tutto il giorno in casa al buio, ed usciva la aera (II, 218). Però, con l'assistenza la più illuminata, tentando i metodi più indicati, e sottoponendosi a tutte le prescrizioni scientifiche, senza che la melanconia lo potesse mai sopraffare, a poco a poco si avviò verso la guarigione. Ai cinque o ai sei di luglio, l'infiammazione era sparita, e solo gli rimaneva quella debolezza de' nervi ottici che segue tutte le malattie e che nella convalescenza gli richiedea cura e riguardo continuati. Almeno adesso poteva di sera uscire di casa, e nelle ore fresche, con grata compagnia, visitare, diceva celiando, come un pipistrello „ la città.
   Non ostante tutta l'indifferenza delle moltitudini per le opere letterarie, che non fossero in diretta relazione col movimento patriottico; appar chiaro, che Già-