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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   chè assai più giovano, e potè cadere glorioso a Mestre nel 1848, col grido d'Italia sulle labbra.
   G. B. Niccolini, toscano, abborrendo l'assetto politico d'Italia del 1815, essendo ricco, ospitava largamente gli amici a Firenze, mantenoa viva la fiamma dell'odio contro il dominio straniero e il potere temporale de' Papi, e vivo il culto di tutte le virtù sociali. Nelle sue Tragedie seppe trasfondere l'animo suo, e sopravvisse alla liberazione della Patria.
   Questi erano i letterati che, auspice il Giordani, si profferivano al Nostro con ogni genere di cortesie. Troppo lungo sarebbe enumerare ad uno ad uno gli altri, che si raccoglievano attorno a questi, ch'erano i maggiorenti. Ma non vanno dimenticati Giusti, Tommasèo, Ranieri e cento altri, i quali nell'Antologia, fondata, diretta e posseduta dal Vieusseux, trovarono il mezzo di tenere lo spirito loro in comunicazione con quello del pubblico.
   Per comprendere che vita vivessero il Gabinetto e il Giornale del Vieusseux, non sia discara una digressione.
   Giampietro Vieusseux, dopo una vita errabonda per l'Europa, nel 1819 s'era posato a Firenze, dove per la mitezza del clima e del governo, pe' grandi esempi dell'arte e per la tradizionale ospitalità della popolazione, si raccoglievano esuli valorosi e uomini illustri di tutta Europa e del mondo.
   Egli, svizzero insieme e francese d'origine; italiano per nascita e convivenza d'affetti; toscano per elezione, a quarant'anni cominciò vita novella (Tommasèo, Di G. Vieusseux, Firenze 1863, pag. 9) ; perchè senti il bisogno d'esercitare l'ingegno in modo più alto.
   Allo scopo di chiamare in comunione scienziati e scrittori, nel luglio 1819 concepì l'idea di fondare un