Stai consultando: 'Per la storia di un'anima Biografia di Giacomo Leopardi', Ciro Annovi

   

Pagina (147/243)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (147/243)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 137 —
   Faceva assegnamento di rimanere a Firenze l'estate, indi trasferirsi a Pisa l'inverno ; e, alla peggio, andare a morire a Recanati, volendo chiudere gli occhi a casa sua (II, 216).
   I Letterati si onoravano a gara di presentarglisi a casa o in quel celebre Gabinetto Vieusseux, dove tante idee maturarono. Ivi il fior degl'ingegni si raccoglieva seralmente a discutere le più vitali questioni d'interesse nazionale. Basti citar per tutti il Giordani, il Colletta, il Niccolini, il Capponi, il Poerio e Gabriello Pepe.
   Del Giordani ho già detto in altra parte. Qui si può aggiungere che quando la Carboneria, dopo le repressioni del 1821, si dedicò a far comprendere al popolo l'importanza della sua educazione, perchè ne meritasse i favori; anche il Giordani, tornato a Piacenza, attese a questa santa opera. Difese la causa dei ragazzi di Piacenza, creò una società di lettura, propugnò la fondazione degli asili d'infanzia. Per tutto questo, nel 1824, fu esigliato e riparò a Firenze, dove aiutava il Colletta nella Storia, quando vi giunse il Leopardi.
   Pietro Colletta, napoletano, avendo aderito al governo del re Giuseppe Bonaparte prima e di Gioacchino Murat dopo, era stato anche tollerato dopo il 1815 dai Borboni. Ma mescolatosi con ardore alla rivoluzione dal 1820, prigioniero dell'Austria a Brun, appiè dello Spilbergo, e graziato nel 1823, avea stabilito sua dimora a Firenze. Colà, per otto anni, attese alla sua Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825, e mori nel 1831, poche ore dopo che il Granduca, divenuto reazionario, gli aveva intimato lo sfratto. Il suo nome fu legato a quello di Alessandro Poerio, pur napoletano. Questi, dopo aver militato col Pepe, esiliato nel 1821, visse alcun tempo a Firenze e, sempre caldo d'amor patrio, obbe la fortuna di sopravvivero al Colletta, per-