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chè lo Stella accettò tutte lo proposte del suo Autore ; gli diede pieno e incondizionato l'assenso di recarsi a Firenze per curarsi in quel dolce clima, e lo approvò nell'idea di recarsi colà a respirare a pieni polmoni il profumo della cordialità di tanti celebri letterati. Forse, coll'avergli assegnato una pensione maggiore del passato, credette di saldare ogni impegno scaduto. Ricevette dall'amico il manoscritto del 1° volume del-VAntologia in prosa e poi lo consigliò a partir subito per Firenze.
Il Giordani, che l'aspettava ansiosamente, gli fornì cento indicazioni perchè l'avesse potuto veder subito e prima d'ogni altro. Abitava a S. Lorenzo, dietro al Palazzo Riccardi, in principio di Via del Bisogno. Innanzi la porta, tre gradini : proprietario della casa l'ingegnere Andreini : al lato sinistro della scala, una porticella col campanello : avesse sonato, l'avrebbe trovato nel suo alloggio. Egli fosse sceso all'albergo Fontana, al mercato del grano. Ivi, cercata subito la padrona, eh' era di sua conoscenza, le avesse detto che veniva su consiglio del Giordani ; e sarebbe stato certo ospitato bene, com'era avvenuto ad altri amici (III, 212).
Giacomo pertanto si mosse il 20 giugno 1827, ed arrivò a Firenze la mattina dopo. Per cagione di quella sua infermità agli occhi, fu obbligato a rifiutare gl'inviti che gli furono fatti. Non potè nemmeno vedere la città, nò la festa del gran S. Giovanni (II, 213).
3. — Per ciò era melanconico (II, 214), solo la conoscenza dei letterati fiorentini, o stabiliti a Firenze, i quali gli usavano, per verità, molte gentilezze (II, 215), gli fecero dimenticare i suoi incomodi, scacciare un poco la noia. Del resto, sperava che la guarigione e il rifiorimento delle forze non sarebbero tardati in quel clima, e in mezzo a tanta affettuosità.