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tua molto più fuggevolmente delle altre ; e, dopo un ottimo viaggio, giunse a Bologna il 26 e prese alloggio e fermò dozzina alla locanda della Pace, al Corso (II, 203).
Gli amici si affollarono intorno a congratularsi con lui del buon aspetto che avea (II, 1207). Vuoi che l'aria nativa gli avesse giovato, vuoi che a Recanati non si fosse come prima appassionato della vita claustrale condotta, lieto di poterla abbandonare quando gli avesse piaciuto ; era proprio vero che stava benino. Seguì un maggio ridente e andò per Giacomo di bene in meglio. Gli amici lo conducevano a teatro ne' loro palchi; lo visitavano spesso e gli facevano una vera festa (II, 208).
Egli aspettava lo Stella, che aveagli promesso di venirlo a visitare tra il 7 e l'8 del prossimo giugno, per soddisfare al suo cuore; dopo di che si sarebbe poi deciso o a muoversi per Firenze, o a rimanere a Bologna.
Ma ecco il mal d'occhi di nuovo ad assalirlo! nè lo stomaco volea con lui essere da meno degli occhi (II, 208 nota).
Lo Stella giunse appositamente da Milano. Quell'uomo, di mente e di cuore eccellente, oltre avere avuto, prima di ogni altro, sicuro l'intuito della grandezza d'un tanto scrittore, si mostrò verso di Lui sempre lo stesso. Questa volta si trattenne cinque giorni ; e quanto lo amasse e che deferenza gli usasse, lo dice il fatto che, per aver agio maggiore di stargli vicino, si fermò alla stessa locanda, prese una camera attigua a quella di Lui, pranzò sempre assieme, non lo lasciò un minuto da mane a sera, confortandolo, incoraggiandolo in ogni modo possibile (II, 219). Quello che stupisce si ò, che nella lettera del 7 luglio 1827, Giacomo dice alla sorella, che del denaro che gli era dovuto dal-l'ottobro non potè aver nulla. Ciò non si spiega ; por-