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diare i poemi Orfei e gli inni di Proclo e la Teologia di Zoroastro, non solo aveva rinnegato il Cristianesimo, ma aveva scritto una liturgia per una nuova religione. Aveva pure composto preghiere per tutti i giorni e invocazioni per tutte le ore.
Durante quell'inverno, vivendo tranquillo a casa, il sofferente s'andò rimettendo in salute; anzi si guarì perfino di quell'incomodo intestinale, che con poche interruzioni gli durava da 14 mesi. Però, se prima di conoscere la società di Bologna era stata sempre una pena quel vivere segregato dal consorzio de' suoi pari, ora poi era un tormento. Carlo e Paolina lo circondavano delle attenzioni più premurose, e solamente questo conforto leniva il suo desiderio. Non gli mancava nulla, tanto è vero che dall'ottobre non chiedeva più allo Stella l'onorario suo (II, 132).
Le nebbie folte del febbraio l'obbligarono a starsene in riguardo maggiore, a non affaticar troppo gli occhi col lume la sera; tuttavia, alla fine di marzo, fini PAntologia, e non gli restava che darle l'ultima mano, cosa che gli richiedeva altri mezzi che non fossero quelli di cui disponeva nella sua libreria (II, 197).
2. — Per cui fu costretto a decidersi di ripartire a primavera, per togliersi da quel paese, privo di ogni possibile distrazione, separatissimo da ogni commorcio letterario, morto affatto, digiuno d'ogni novità, vero sepolcro di vivi. Tanto che, sdegnando di vedere i Recanatesi, in tutta l'invernata non era uscito quasi mai di casa (I, 202), e nemmeno era voluto andare una sola sera a teatro con la famiglia, a sentire l'opera in musica. (Piergili, Lett. scritt., pag. 207).
Laonde, il 23 aprile 1827, mosse per la via di Bologna, di dove pensava andare a sciogliere la promessa fatta al Giordani di visitare Firenze. Anche questa volta si fermò a salutare i parenti a Senigallia e a Pesaro,