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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   un'amicizia tenera e sensibile, con un interesse scambievole e un abbandono, che era come un amore senza inquietudine „. Si confidavano tutti i loro segreti, si riprendevano, si avvisavano de' loro difetti. Insomma questa conoscenza formava nella mente di Giacomo un'epoca ben distinta di tutta la sua vita; perchè lo avea disingannato del suo disinganno e l'avea convinto che ci sono al mondo dei piaceri, eh' Egli credeva impossibili. Gli aveva risuscitato il cuore dopa un sonno, anzi una morte durata tanti anni (II, 139).
   Nè potè frenare per questa donna il delirio e la febbre „ di che s'era acceso, si che per gelosia ebbe disgusti col Ricci (III, 432).
   Ma s'ingannava, credendo la donna capace d'astrarre completamente dalle circostanze che la circondavano. Egli vivea d'idealismo e pensava che tutti, come luir potessero rimanere in eterno nel mondo de' sogni e delle chimere. Ma la sorgente della vera poesia, della sana poesia esiste solo nella realtà. Di qui ne venn& che a lui, contraffatto e malato, non poteva a lungo corrispondere uno spirito che albergava in corpo sano e vigoroso. Si era figurato un idolo nella mente, e nel cammino della vita, trovata una creatura che molte delle qualità da lui attribuite all'idolo suo aveva, Ei. l'adorò con entusiasmo, le si affezionò con un abbandono il più completo. Finché questa donna astrasse per poco da questa terra e si compiacque dell'amplesso spirituale col novello amico, fu occasione a lui di aprirgli il cuore alla speranza, da poter credere di essersi disingannato del disinganno,,; ma ben presta l'idillio fini, non appena entrambi furono ricondotti dal cielo, in cui si erano sollevati, alla terra reale, abituale loro dimora.
   In breve, appena quella gentildonna si accorse di avere, colla sua intimità, acceso troppo vivo desideri»