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aveva detto, che era una cosa mirabile e preziosa (II, 99). Eppure vivevano un Monti, un Capponi, un Giusti, un Manzoni, e nessuno protestò per l'inganno!
Lo Stella, saputo quanto tempo avevano sottratto al suo pensionato quelle lezioni private, delle quali non avea potuto fare a meno, gli profferse spontaneamente di liberarnelo, aggiungendogli del suo all'assegno il lucro che ne ricavava. E così fu stabilito di comune accordo. E va tributato il dovuto elogio a questo raro editore, che tanto sincero omaggio seppe fare alla dignità d'uomo e di scrittore, e tanto lume ebbe nel commettere al Leopardi Opere, di cui nessuno allora avrebbe impreso mai l'edizione.
Al Bunsen, che tornava a riproporgli la scelta fra l'impiego alla Vaticana e la cattedra a Berlino o a Bonn, Giacomo dovette rispondere che, se non reggeva ai rigori invernali di Bologna, come avrebbe sopravvissuto a quelli di paesi cosi nordici? Già la crudezza della stagione gl' inaspriva i mali ; e per quanto i medici si illudessero, la guarigione non accennava a cominciare. Eorse nella primavera si sarebbe veduto se fosse stato possibile emigrare (II, 87).
Ed ecco che al Bunsen capitò anche il momento propizio di farlo nominare Professore di Letteratura Dantesca all' Università di Berlino, col pingue stipendio di mille scudi l'anno. Irrisione della fortuna! Da un lato un protettore, ostinato nel ricercare il beneficio e lieto d'averglielo conseguito; dall'altro il beneficando, reso inabile dalle infermità ad accettare, proprio sul punto, in cui avrebbe dovuto partire. Io credo che non vi sieno parole sufficienti per encomiare l'opera di questo tedesco, non saprei dire se più illuminato o generoso.
Ma già era corsa la voce che quell'aureo libro del Martirio de' SS. Padri fosse opera del Recanatese. E il Segretario di Stato si mostrò disposto di nominarlo