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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 117 —
   nistro tedesco, indignato, protestava colNiebuhr: È un orrore ! Leopardi ed io siamo stati menati per il naso! Buone parole, promesse per iscritto: e tutto come prima!... Oh! perchè non sono io ricco? Entro un mese, Leopardi dovrebbe aver passato le Alpi ! „ (D' Ovidio, op. cit.). Sia serbata gratitudine a questo generoso straniero per tanta cura e per così nobili sentimenti verso un Italiano.
   Intanto, se quell' inverno non avea portato gran neve a Bologna, il freddo però fece rincrudire al nostro paziente i suoi malanni di intestini e di reni. Essi gli impedivano di camminare e di star molto in letto, sì che dalla mattina alla sera non faceva che tremare e spasimare dal freddo (II, 85J.
   Ma nulla valeva a raffreddargli il cuore verso la famiglia. Commuove il leggere l'intima affettuosità delle lettere. In sua gentilezza, per ognuno trovava la nota giusta. Così alla madre e a Paolina parlava a lungo di Angelina, stata cameriera di casa; a Carlo dava notizie spicciole di sue occupazioni; al piccolo Pier Francesco offriva i suoi rallegramenti per l'investitura dell'abbazia, per i progressi negli studi e simili (II, 61-71)1 al padre e alla madre porgeva conforto il più cordiale, nell'occasione della morte dello zio (II, 73-74). Fin dal 9 decembre avea terminato 1 ' Epitteto (II, 66) e presto avrebbe consegnato il ms. del 10: volumetto del Petrarca.
   4. — Il 18 gennaio 1826 lo Stella faceva regalo al-l'A. dell'edizione di quel pseudo Trecentista, scoperto alla Far fa. S'intitolava: Martirio dei SS. Padri del Monte Sin ai „. A Milano, a Verona, a Firenze, tutti
   10 ritennero originale. Solo il Giordani non abboccò all'amo. Era la seconda volta che il Leopardi si prendeva giuoco dei sapientoni italiani. Il Cesari stesso,
   11 padre de' Puristi, classificandolo un testo del 1350,