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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   di Prussia (Piergili, Lett. scrit., pag. 121). E la cosa parve cosi bene avviata, che la famiglia, letta la copia del biglietto spedito dal Card. Della Somaglia, se ne congratulò con Giacomo, che finì coli'illudersi, e scrisse perciò al Bunsen, che gradiva ed accettava questo promesso segretariato dell'Accademia senz'altro. (II, 41). Poi il bestialissimo freddo dell'ottobre lo spaventò per quello del gennaio; e dichiarò che avrebbe preferito la cattedra di eloquenza greca e latina nella Sapienza in Roma, passando sopra a tutti gli altri ostacoli di prima (II, 43).
   Gli pareva oramai la cosa tanto certa, che al Bunsen chiedeva in confidenza di procurargli dalla Curia qualche somma sufficiente al viaggio fino a Roma (II, 44). Ma era giunto a Bologna il Giordani la sera del 29 ottobre, e la compagnia di Lui, della quale avrebbe goduto qualche giorno, gli era di sommo diletto e di estrema gioia (II, 40). Gli facea parer tollerabile perfino che il termometro segnasse 3 gradi sopra zero.
   Quanto guadagnasse è difficile precisare. Perchè allo Stella avea scritto che la prima lezione gli rendeva sei scudi e la seconda quattro al mese ; mentre al padre, al quale aveva bisogno di dorare la cosa, aveva fatto sapere che dal solo Greco riceveva otto scudi.
   Contradizioni, del resto, spiegabilissime, dato il modo di vedere e pensare del conte Monaldo, cui non andava a versi che il figliuolo fosse divenuto un maestro privato.
   Già si pensava a fare un'edizione delle Opere del conte G. Leopardi, cosa che lusingava assai l'amor proprio del Nostro, che l'avea sensibilissimo da natura. S'aggiunga, che vi si sarebbe inciso il ritratto, come di personaggio celebre e v'avrebbero trovato posto anche i cenni biografici. A tale scopo, Egli ordinò al fratello
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