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Letteratura. Aggiunse a voce, che questo grande ingegno, guadagnato dai liberali, diventava uno strumento assai terribile; mentre con un buon impiego si saria potuto attirare nell'ordine opposto delle idee.
Il 16 luglio, il Cardinale restituì al Bunsen il Giornale, promettendo per lettera d'essere disposto a giovare il suo raccomandato, a patto che si fosse impegnato di fare qualche Opera, che, mentre provvedesse alla sua gloria nell'età futura, avesse riunito una pubblica utilità (3 lettere del Card. Della Soruaglia ecc.).
Il Leopardi, avendo posto l'occhio sopra il segretariato dell'Accademia di Belle Arti, promise di attendere alla Compilazione di un'Antologia Platonica, cioè avrebbe raccolti, tradotti in ischietta lingua antica italiana molti pensieri di Platone, accompagnandoli con particolari preamboli e commenti. La proposta pareva accettata; ma il Papa non lo nominò mai.
Nel marzo 1825, lo Stella, che dopo averlo visitato già da tempo a Recanati, l'aveva avuto collaboratore dello Spettatore, lo richiese se accettava di cooperare ad una edizione delle Opere di Cicerone, latine e tradotte. Egli rispose che gli era impossibile farlo a Recanati, mancando di mezzi. Così lo Stella lo invitò a Milano a dirigere la suddetta edizione. Giacomo espose la cosa al padre, che gli dette il permesso di trasferirvisi. Anzi sollecitò per lui da Carlo Antici il favore di procurargli il passaporto necessario dall'Ambasciatore austriaco per andare, stare e tornare „ ; aggiungendo, che egli era contento di questo viaggio, perchè gli pareva, che ne avrebbe tratto salute e decoro, e perchè sperava avrebbe lasciato di desiderare un impiego dal Governo „ (I, 540-560).
Ma il figlio, che a denari era corto, stentava a muoversi, e pensò di postularne dallo zio Don Ettore, cui fece pervenire una lettera per mezzo del curato di