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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   glieli poteva svellere. Quando si sentiva già vecchio, anzi decrepito, innanzi di essere stato giovane, avea dovuto chiedere a sè stesso gli uffici della gioventù che non avea mai conosciuto (I, 465). Anche l'impossibilità, frappostagli a godere dai suoi mali fisici e dalle contrarietà morali incontrate, contribuiva a dirigerlo verso aspirazioni superiori ad ogni conseguimento.
   Ora mettasi un uomo tale a contatto con un padre limitato, pratico e reso dalle circostanze per di più sospettoso, e ne dovea seguire un antagonismo il più naturale.
   Già questa malattia di addolorarsi solo perchè la vita non sia tutta rose, era comune fra il finire del secolo e l'inizio del nuovo. Monaldo, che rimase chiuso e indifferente alle promesse delle Rivoluzione, nulla rimpiangeva, perchè non avea ceduto neppur d'una linea. Ma chi avea veduto tramontare i suoi ideali religiosi, dovea di necessità provare una sensazione di vuoto, di incontentabilità d'ogni cosa.
   Se la vita però fosse stata per il Nostro più sopportabile Egli non si sarebbe rifugiato in quel cielo ideale. Ma più si ha d'ingegno e di coscienza, meno si ha di adattabilità. Perciò chi è nato per una vita più intensa, deve provare maggiore il sentimento della propria infelicità.
   E a Giacomo mancò perfino l'ultimo rifugio che è il focolare domestico e perfino quello estremo che è il seno materno; perchè il pensare opposto de' suoi gli rese odioso il primo, e il gelo dello spirito di sua madre gli destò sempre ribrezzo.
   2. — Il Giordani nel 1825 dovette esulare; e poche furono le lettere che diresse all'amico. Di queste, qualcuna venne per di più sequestrata dal padre, che volea troncare una corrispondenza cui attribuiva tutte le nuove idee del figlio. Onde Giacomo si sov-