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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   nel Card. Mai, ch'ei conosceva per buono e grande (III, Ì93).
   E, a mostrare quanto avesse giovato al conte Giacomo Leopardi la lode del Ministro di Prussia, resa di pubblica ragione con gran convinzione; basta ricordare che, morto lo scultore Canova, celebrandosi per lui un funerale solenne nella Chiesa de' SS. Apostoli in Roma, vi fu invitato come persona distinta, e a Lui si rivolse il Cancellieri per ottenere di farvi assistere tre suoi protetti (Piergili, Boa., 187-88).
   Il Nostro, il 15 febbraio, sali a sant'Onofrio ad inchinarsi sulla tomba del Tasso. Fu per Lui il primo e l'unico piacere che provò in Roma; perchè una segreta, inconsapevole prescienza lo attraeva a quel Grande sventurato, vittima dell'educazione, di sè stesso e della società. Oggi un superbo mausoleo sorge su quel sepolcro; allora una piccola pietra, sul nudo pavimento della Chiesa, attestava al pellegrino ch'ivi riposavano le ossa del Cantore della Gerusalemme. Il Recanatese se ne compiacque, non riconoscendo in alcuno tanta genialità nell'arte scultoria, quanta ne abbisognava per onorar degnamente con marmi effigiati chi si eresse coll'opera propria il più imperituro de' monumenti. Questa impressione confidò a Carlo per mezzo di una lettera, che ci conferma l'alto sentire dell'animo suo.
   Eccetto i dì festivi, in cui la Barberina era chiusa, Egli lavorava in biblioteca a compilare il catalogo de' codici greci ivi esistenti. Già avea rinvenuto il supplemento d'una lacuna all'Orazione di Libanio, di cui il manoscritto è fra i fiorentini.
   E seguitando a fare amicizia con eminenti stranieri, aveva modo di sperimentare quanto in loro bene armonizzassero dottrina, gentilezza e lealtà. Così il Nie-buhr, sovra ogni altro, dopo avergli detto che il suo era il vero modo di trattare la filologia e che, se