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gnia. L'affettuosa zia Ferdinanda, che tanto s'era adoperata in questo affare per l'amore che portava al ne-pote, non ebbe la consolazione di riabbracciarlo, perchè era morta ai bagni di Nocera nella state precedente dello stesso 1822 (Piergili, Lett. scrit., IV).
A quel tempo, il viaggio era molto lungo, perchè si dovea farlo in carrozza a piccole tappe ; e il padre, non avendo notizie del figlio, dopo soli 5 giorni, gli fece sapere la pena in che viveva per lui. Giacomo, «he già gli avea diretto una lettera da Spoleto, appena giunto a Roma, tre giorni dopo, espresse la sua profonda gratitudine, per la grazia ricevuta, alla madre, la quale era stata l'ultima ad acconsentire fornendogli i mezzi (I, 359).
Al fratello Carlo, cui confidava tutto, confessava -d'avere per viaggio sofferto il soffribile ; di trovare il Cancellieri un fiume di ciarle; di sentire bisogno di amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita; e di riconoscere il mondo non fatto per sè (I, 362).
Dopo una settimana, il padre gli rispondeva, lamentandosi che Carlo non gli avesse voluto far leggere la lettera sua. E cominciò una corrispondenza fitta fitta, per parteciparsi le più piccole cose, come le brevi indisposizioni, i libri acquistati e simili.
3. —¦ Del resto, Giacomo trovava assai maggiore sciocchezza, insulsaggine nullità e minore malvagità di quella che s'aspettasse (I, 363). Era quindi naturale che gli destasse nausea ; mentre dalla lontananza sentiva rinato il desiderio de' suoi. Monaldo lo autorizzava perfino a invitare chiunque a casa, in Recanati. E, come fanno tutte le persone affezionate, dopo l'Addio di chiusa, nelle lettere, seguitava, senz'accorgersi, a dargli un mondo di altre notizie spicciole di famiglia.
A quel tempo, a Roma, la popolazione era pettegola, le distanze erano enormi, le fabbriche, come sem-