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stia, pur allargando l'ideale patriottico, mostra vasi ristretta e limitata quanto a idee moderne. Dopo essersi gratulato col Mai, con enfasi giovanile, immagina l'A. le più consolanti scoperte da quella già avvenuta, e trae occasione per lamentare che gl'Italiani siensi fatti molto degeneri dagli antichi. Quindi vola ad evocar Dante, il Petrarca, Colombo, il Tasso e l'Alfieri, mostrando d'averli tutti nello stesso grado di alta rinomanza, mentre a tutti è noto quanto diverso giudizio abbia su di loro portata la Storia. Merita in ciò molte attenuanti; perchè, al suo tempo, nè si avevano tutti gli elementi di critica storica noti a noi per giudicarli, nè Egli ancora erasi emancipato completamente dalla prima educazione che lo sequestrava di nuovo.
Dopo aver terminato una lettera sull' Eusebio pubblicato dal Mai, proponeva al Sonzogno la traduzione dei 7 libri di Senofonte — Della salita di Ciro „, — promettendo di corredarla di sobrie considerazioni, purché fosse stato un lavoro adatto alla Collana degli Storici greci, che quell'editore andava pubblicando.
Quando seppe che l'ultima Canzone era stata tradótta in latino da Don Ignazio Guerrieri di Eermo, autorizzò a farne quello che avesse voluto (I, 312) il Brighenti, che coltivava sempre la speranza di far ottenere all'amico la cattedra di Eloquenza'a Bologna ed aveva in questo il consenso e l'approvazione del Giordani (III, 183). '
Dopo tutto quello eh' era accaduto fra padre e figlio, questi rivelava anche una volta di più la sua bontà, assicurando il Brighenti: Non si meravigli se mio padre non le risponde; non lo fa per voler commettere una inciviltà, ma per pigrizia „ (I, 273).
L'anno 1821 cominciò perii Nostro meno male; perchè Egli vide la sua salute permettergli di leggere, scrivere e mettere in carta i suoi disegni, che eran