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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   di Eloquenza in Lombardia, colla primavera migliorò di salute, e riprese ad incarnare i suoi abbozzi. Scriveva al Giordani il 6 marzo 1820:
   Poche sere addietro, prima di coricarmi, aperta la finestra della mia stanza, e vedendo un cielo puro, un bel raggio di luna, e sentendo un' aria tepida e certi cani. che abbaiavano di lontano, mi si svegliarono alcune immagini antiche e mi parve di sentire un moto nel cuore, onde mi posi a gridare come un forsennato, domandando misericordia alla Natura, la cui voce mi parea d'udire, dopo tanto tempo „ (I, 253).
   Questo ricordo autobiografico mi pare accenni alla ispirazione, sotto l'influsso della quale compose le poesie: Bruto minore, La Primavera, Inno a' Patriarchi e Ultimo canto di Saffo. Perchè l'Autore, rivivendo delle sue care memorie antiche, dopo compianta la morte delle favole greche e rifatta la vita primitiva, sia per bocca di Bruto, che per quella di Saffo, parlò dell'anima sua. Anzi il motivo poetico, dal quale prese le mosse nell'ultimo componimento, è proprio la traduzione in versi dei pensieri già espressi nella lettera citata. Senonchè alla disperazione ed alla bestemmia furibonda succede il gemito sommesso quanto profondo, la confessione amara di tutti gl'interni strazi d'un cuore vedovo, reietto dalla Natura e dagli uomini.
   E quella misericordia che aveva domandato il Poeta alla Natura, quando ne riudl quella notte la voce.
   3. — Il 19 ottobre 1820 gli giunse finalmente il pacco della Canzone stampata e la mandò fra gli altri al Mai, al Trissino, al Cassi e a molti altri. Ma in Lombardia fu dalla Polizia severamente proibita (I, 237 nota).
   Era un altro esercizio retorico, con cui l'Autore credeva fare un passo gigante; mentre ancora l'anima