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CAPITOLO III Istruzione sulla difesa contro gli aggressivi chimici.
1. Generalità. — Gli aggressivi chimici hanno azione sull'organismo umano ed anche su quello degli animali, come pure possono danneggiare materiali e mezzi necessari al combattimento e alla vita stessa dell'Esercito. La loro azione dannosa è però preminente nei riguardi dell'organismo umano, particolarmente suscettibile alle lesioni che possono derivarne ad alcuni organi e parti del corpo più facilmente esposti, come sono gli organi della respirazione, gli occhi e la cute; ed è spesso complessa nelle sue conseguenze, specialmente quando è intensa e prolungata, con ripercussioni anche notevoli sul sistema nervoso. Però il più delle volte all'inizio della aggressione chimica è ora l'una ora l'altra parte del corpo che più sensibilmente ne risente, per cui ne deriva un primo empirico criterio di differenziazione tra gli aggressivi chimici.
2. Si hanno i:
soffocanti, come il cloro e il fosgene, che attaccano le vie respiratorie, provocando immediatamente un senso di irritazione alla gola e ai polmoni, e quindi di soffocazione;
lacrimogeni, come la cloropicrina e il cloro-acetofenone, che colpiscono e irritano immediatamente gli occhi, provocando lacrimazione e rendendo impossibile, per qualche tempo, la netta visione;
vescicatori, come l'iprite, caratterizzati dal fatto che attaccano profondamente la pelle, producendovi dopo qualche tempo vesciche ed ustioni, come per scottature, pur senza risparmaire le vie respiratorie e gli occhi;
starnutatori, come le arsine, che provocano, in forma complessa, lacrimazione, starnuti, tosse e vomiti, in modo da costringere il soldato a togliersi la maschera ove non l'abbia messa in tempo o non sia da essa abbastanza protetto;
tossici, come l'a.cido cianidrico e vari suoi composti, e l'ossido di carbonio, che agiscono sul sistema nervoso e sul sangue.