222
LEONARDO
Brihadàrariyaka-Upanishad
(IH, 4-5-)-
Cosi l'interrogo Ushasta, il discendente di Cakra :
— Spiegami, o Yàjnavalkya, il Brahman immanente, non trascendente, il quale, come anima è intimo a tutto.
— E tua anima quella eh' è intima a tutto.
— Sì, ma con questo tu non fai che accennale. Or io voglio che tu mi spieghi questo Brahman immanente, non trascendente, quest'anima eh'è intima a tutto.
— E tua anima quella eh' è intima a tutto.
— Ma io ti domando : che è quest'anima ?
— Tu non puoi vedere il veggente, udire l'uditore, percepire il percipiente, conoscere il conoscitore. Egli è la tua anima, eh' e intima a tutto. Il resto è dolore. —
Tacque Ushasta, il discendente di Cakra.
E nuovamente l'interrogò Kahola, il discendente di Kushitaka :
— O Yàjnavalkya, il Brahman, immanente, non trascendente, il qiulle, come anima, è intimò a tutto, questo io or voglio che tu mi spieghi.
— E tua anima quella eh'è intima a tutto.
— Ma io ti domando : chc è quest'anima ?
— Quella che vince la fame e la sete, il dolore e l'illusione, la vecchiezza e la morte. —
In verità, tosto che il savio ha acquistato coscienza di questa anima, egli abbandona ogni desiderio di tìgli, ogni desiderio di possesso, ogni desiderio del mondo e va come uccello pellegrino. E, deposta la boria dottrinale, egli si fa semplice come un fanciullo; e, deposta la semplicità del fanciullo, egli diviene uomo del silenzio, e finalmente, oltre il silenzio e la parola, egli diviene un bràhmana. Dove vive questo bràhmana ? Egli vive, egli è. 11 resto è dolore.
Tacque Kahola, il discendente di Kushitaka.
Chi faccia a taccia contempla il mistero della profondità e dell'altezza, in lui s'apre il nodo del cuore, tutti i dubbi svaniscono tutte le sue opere diventan nulla.