Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1907

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

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a cura di Federico Adamoli

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   LEONARDO
   niera. A quei tempi, forse, avrei arrossito anch'io per un'Italia ignara di Shakespeare, e additato altrui ciò che le nazioni civili fanno per Dante.... Ora che mi occupo di emigrazione, e ho altresì veduto da vicino come emigra Dante in queste « carapaces », trovo che c' è da impallidire, piuttosto e più spesso davanti a quello che esse nazioni fanno non dico a Dante, ma ai compatrioti e ai pronipoti di Dante.... Oh francamente, per la coltura generale d'Italia consiglierei piuttosto la cognizione della politica coloniale o della potenza marittima, che non della virtù poetica d'Inghilterra : sia pure essa virtù quella di Guglielmo Shakespeare. Nel cielo storico d'Italia abbiamo uno che si chiama Dante da contrapporre a costui : io vorrei nello storico mare d'Italia una qualcosetta da contrapporre alla portata dei cannóni di un' altra qual cosa che si chiama « Dreadnought ».
   Voglio dire che un puro trapiantamento letterario del puro testo di Shakespeare è, in fondo, una facile accademia e al tempo stesso una coltura forzata. L'America ha trapiantato così i Brown-ings, e non attraverso il dubbioso tramite della tradizione, eppure....
   E tutta l'anima inglese che bisognerebbe aver propizia e concorde come ad un gran rito sacerdotale nel conspetto delle due nazioni : tutta l'anima inglese che bisognerebbe assimilare nella sua essenza più profonda; la taciturna tenacia nell'azione; la lealtà candida e austera, e i silenzii e le riserve più eloquenti della più tacile eloquenza latina ; la comprensione sottile del più vasto palpito del mondo e dei più intimi pensieri dell' individuo ; la serenità : il disdegno ; il decoro nella vita pubblica e privata. Io credo certo che se c' è una vita nazionale al mondo che possa completare o sia degna di essere imitata dalla vita nazionale d'Italia, è la vita inglese, e nessun'altra. Ma come non capisce Dante chi non capisca il mare e le selve d'Italia, chi non veda dietro di lui levarsi le cattedrali e le torri, splendere il sole e gli affreschi della Patria, chi non senta nel Poema l'eco della voce e della vita della nazione levarsi dal passato sonar nel presente protendersi all'avvenire, così non dobbiam noi e non possiamo vantare una completa comprensione di Shakespeare senza quella del più vivo cuor d'Inghilterra. Poiché egli non è solo il Poeta della storia e della tragicommedia umana, ma è il Poeta della storia nazionale britannica. Anzi io credo che i suoi drammi di storia inglese siano più straordinarii degli altri. Salvo che gli altri sono più accessibili alla maggioranza. Ma negli uni e negli altri il supremo e sottile sapore sta nella rispondenza all'anima della nazione: ingenua o