PITTORI li SCULTORI SACRI
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Gli egiziani smarriranno il cammino della verità una e pura, ma non se ne allontaneranno mai completamente, finché essi medesimi non saran divenuti schiavi e servi dell'orgoglioso e profano occidente.
Il museo del Louvre di Parigi e quello ricchissimo di Boulaq mostrano i segni della loro immensità e del loro smarrimento ; non mai della loro decadenza.
Moltissime statue anzi, dell'epoca media, e il meraviglioso lenzuolo mortuario — ignobilmente esposto sul pianerottolo di una scala del Louvre — rappresentante il defunto in custume romano fra la sua propria immagine mummificata e il Dio Anubi, opera del secondo secolo dopo Cristo — provano quanto fosse tenace la fede in quei petti generosi.
Lo Cheik-el-bè.led, Sindaco del villaggio — lavoro del tempo di mezzo — conferma pure col solo suo titolo la genuinità e la forza di resistenza contro ogni corruttela, del genio egiziano. Si racconta infatti che alcuni contadini passeggiando per la città scorsero questa statua di legno, e tanta era la veracità dei segni essenziali della razza accumulati in questa figura che ognuno di quelli uomini semplici credette riconoscere in essa il ritratto del sindaco del suo proprio villaggio.
La divina Statua granitica di Nekhtharheb, signore ereditario, inginocchiato — del periodo Saitico, — conservata al Louvre ; la maravigliosa testa dello Sconosciuto, che rammenta tanto singolarmente il Niccolò da Uzzano di Donatello ; il famosissimo Scriba, accosciato, rosso e vivo; il funzionario menfita accompagnato dalla moglie — scultura in legno — il personaggio detto Mausou*; Petamone figlio di Oruta — bellissima statuetta in bronzo ; il bassorilievo dipinto rappresentante il Re Seti e la Dea Hàthor, proveniente dalla tomba di Séti a Tebe : il Dio Horus dalla testa di falco, e quasi tutte lo opere di ogni epoca riunite nel museo parigino, fanno fede dell' intenzione religiosa con la quale erano eseguite, e della perseveranza di