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LEONARDO
Dio, come un Dio. E il monarca non smentisce mai questa credenza : i suoi più preziosi attributi sono la bontà e la giustizia. Ai potenti d' Egitto conveniva risparmiare i deboli e i piccoli.
Una delle virtù di cui si fanno più onore nelle stele e nei monumenti funerari i monarchi, i signori e i funzionari d'ogni grado, è la bontà.
L'anima del Faraone, che si presenta davanti al Tribunale di Osiris, legge nel Libro dei morti, che ogni cadavere porta con sè, le buone opere della sua vita ; « Omaggio a te, Signore di Verità e di Giustizia. Ecco, « io ti ho portato la verità e ho distrutto per te la « menzogna. Non ho commesso nessuna frode contro « gli uomini. Non ho tormentato la vedova. Non cono-« sco la mala fede. Non ho fatto eseguire al capo dei « lavoranti, ogni giorno, nessun lavoro all'infuori di quel « che doveva fare ! Non ho affamato. Non ho fatto pian-« gere. Non ho ucciso. Non ho taglietto un ramo d'acqua « al suo passaggio. Non ho spento il fuoco sacro. Sono « puro, sono puro, sono puro ».
Questo popolo commovente, mangiatore di loto, dagli occhi infantili spalancati con meraviglia sul mondo, può vantarsi davanti a Dio di non aver mai rifiutato il pane agli oppressi e agli umiliati. Solo ogni tanto confesserà di aver « abbattuto la spalla a chi la levava ».
L'arte egiziana, differente in questo dall'arte assira la quale non rappresenta che conquiste,. battaglie e rapine, non fa che celebrare la vita in tutte le sue manifestazioni ; e specialmente la vita dei campi, la coltivazione e le opere pacifiche degli artigiani.
Non solamente le allegorie e le cerimonie si svolgono intorno ai muri del sepolcro. La vita non si ar resta, gelata dall' arido soffio della morte, alla soglia delle grandiose necropoli di Menfi e di Tebe, o delle umide tombe di Gizeh e di Sakkarah ; ma irrompendo nell'ombra sempiterna, continua a fervere sotto gli occhi del Ka, resa eterna oramai come lui e vittoriosa delle contingenze dallo spirito che non muore.