PITTORI li SCULTORI SACRI
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dimore degli invisibili ospiti, costruite ad immagine degli altipiani circostanti semplici, colossali e monotoni. Il granito, la pietra nera e più tardi il bronzo, presero una forma umana, amata di già ; le tinte estratte dai minerali e dalle erbe finsero sulle pareti della tomba i familiari del morto, i suoi servi, i suoi alimenti, le offerte, le cerimonie e gli atti dell' amabile vita. E per tutto fu come l'esplosione di una primavera spirituale che sarebbe tornata oramai a rifiorire di minuto in minuto e per sempre.
Come si vede gli anonimi artefici d' Egitto non intendevano, fingendo sui muri delle cose, degli esseri e delle opere, rendere solamente un omaggio al defunto rallegrando i suoi occhi e arricchendo la sua dimora con la vivezza dei colori e con la diligenza delle linee; ma intendevano offrire realmente al Ka, all'idea, quelle cose e quelli esseri operanti perchè potesse servirsene nei suoi bisogni ; offrivano, all' essenza dell' cimato, l'essenza dei beni della terra.
Perchè il morto riconoscesse le intenzioni dei viventi e le qualità delle figurazioni, era dunque neces' sario che nessun fronzolo nè addobbo mascherasse o svisasse le cose e gli uomini rappresentati: bisognava che tutto apparisse nudo e genuino, svincolato da ogni civetteria o falsa appariscenza, e per ottenere questo effetto era mestieri delineare con semplicità e con 1' a-spro segno essenziale, il carattere di ogni cosa rappresentata. Così nacque spontaneamente lo stile. Così la rude verità terrestre della Natura passò senza l'intromissione dell'orgoglio umano, dall'esistenza caduca e mutevole all'esistenza immutevole ed eterna che le veniva assegnata dalla fede, dallo spirito e dalla volontà.
E opinione comune ai materialisti travestiti che si mettono a parlar dell'arte e dei suoi miracoli, (perchè?) e che credono esser suo fine riprodurre per il piacere dei pubblici sbalorditi le apparenze della vita transitoria, che i primi frutti dell'arte di ogni popolo