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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   190
   LEONARDO
   Quantunque queste considerazioni dimostrino maravigliosamente il modo di sentire e di pensare degli eruditi che si occupano d'arte ( perchè ? ) — e non degli eruditi soltanto, e non solo francesi heu ! — pure il mio orgoglio mi soffia all'orecchio che i signori Perrot e Chipiez non hanno ragione, e che si può sperare di essere più profondi.
   Infatti io credo che non si trattasse tanto di popolare la tomba d' immagini insulse che rammentassero al morto i suoi antichi lineamenti umani, quanto di sta-dilire una corrispondenza di amore, una conversazione b'idee, fra la Morte e la Vita, di tesser l'Infinito, di comunicare insomma, con Dio per mezzo delle opere come per mezzo della preghiera.
   E queste appunto sono le aspirazioni eterne dell'arte.
   Gli Egiziani compresero dunque che l'Arte sola poteva metterli in contatto con la Verità, col Mistero, riattirar l'anima e fissarla nel mondo ; ed è per questo che non inventarono la fotografia.
   Ho detto che l'anima inespressa dei padri invocava di sotto terra i figli innumerevoli da migliaia d' anni : come una energia compressa dal peso formidabile del silenzio sforzava le latebre del sepolcro per risorgere sotto il sole generoso, nello stesso modo che l'impeto della primavera gonfia il boccio gommoso dal quale deve erompere e germinare la foglia, il fiore e il frutto.
   Poiché i nuovi viventi ebbero inteso il terribile sospiro del Ka che domandava ancora un corpo, una casa e degli alimenti ideali, si sentirono accesi d'amore e si posero all'opera con pietà di figli appassionati. I macigni, i tronchi degli alberi, le terre colorate e i fiori furon condotti a preparare un nuovo mondo all'Idea e-terna, le rocce della penisola del Sinai furon le prime ad animarsi ; il loto del sud e il papiro settentrionale si alzarono di sotto le acque, dai luoghi profondissimi, ascendendo in divine colonne per sostenere le nuove