PITTORI li SCULTORI SACRI
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« ma bisogna inventare delle finzioni, e non sentendomi « nessuna invenzione, ho lavorato sulle favole d'Esopo « e ho versificato le prime che mi son venute in mente « e delle quali ho potuto ricordarmi ».
Ecco come Socrate ha interpretato il suo sogno.
Ed era invece la voce formidabile di Dio, nascosto fra le nuvole e i lampi, che gli gridava ogni notte : lascia là tutte * coteste induzioni e deduzioni che non ti meneranno a nulla e datti all'Arte ! Io ti amo e ho compassione di te, ascoltami, ascoltami : licenzia la tua cara Ragione come una serva ciarliera ed esercitati all'Arte! Essa sola ti scoprirà alfine il mio terribile secreto e soltanto allorché non sarai più che un artista ti apparirà, per una volta almeno —- prima che tu muoia — fra gli alberi i fiori e le nuvole dell' amabile mondo, la faccia augusta della Verità!
L'Arte non muta nella sua essenza, nè progredisce, ma sta. Segantini, Michelangelo e Giotto, come Carducci Machiavelli e Dante — per non parlare che d'italiani — hanno portato fra le genti la stessa profezia. Le forme solamente sono appena cambiate ; ma le forme non sono che il vestito dell' Idea, e come la volubile moda non rappresentano che un piccolissimo valore di curiosità storica.
L'Arte è tanto più sublime quanto più si integra nell'Infinito dal quale procede, o in altri termini è più grande quanto più si avvicina o non si distacca da Dio.
Il genio non fa che ricondurre le cose da lui rappresentate verso le forme della loro origine : e ciò che gli uomini volgari chiamano il progresso dell'Arte non è altro che l'inutile addobbo, l'acconciatura e il velame sotto cui i talenti subalterni dissimulano e nascondono la Verità. I novatori sono sempre dei semplificatori ; Ercoli risciacquanti eternamente le stalle d'Augia.
L'Artista è il punto fisso nell'infinito, la Volontà che tende verso due eternità. L'immagine sensibile dell'Artista è un albero fiorito che spanda le sue radiche nell'infinito passato e nell'infinito avvenire : e la « statica »