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Leonardo
Rivista d'idee

1907, pagine 326

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   a. harnack e la filosofia cattolica l6l
   periore. Solo in questo caso si potrebbe dire che dietro le due confessioni c' era la stessa vita, e si potrebbe metter da parte il dubbio che dietro la forma dell' una sia comparsa, ad un certo punto del progresso storico, la vita dell'altra.
   Si tratta insomma di sapere in modo preciso quale sia l'essenza del cattolicismo, e se, restando nell'essenza del cattolicismo, si possa giungere fino all'essenza del cristianesimo.
   Questo è il problema, ed è, lo ripeto, problema di indole filosofica e non storica. I cattolici fanno oggi della buona esegesi, forse anche, in certi casi, migliore di quella protestante ; ma quando si mettono a pensare prendono istintivamente la via di S. Tommaso. E mentre hanno bisogno di filosofia —- cura essenziale — si danno all'esegesi, eh' è cosa buona ed utile, ma che di fronte alla malattia è soltanto un palliativo.
   Idealmente, e storicamente, il cattolicismo si trova giunto a tal punto nel quale non può evitare di riflettere se stesso, per rialzarsi più forte da questa meditazione, o per assopirsi in un sonno eterno. I papi temono questo secondo risultato e perciò prudentemente consigliano il medio evo e la scolastica : preferiscono cioè la morte lenta e per inedia, al dubbio della morte sicura. Il fantasma della morte atterrisce i detentori delle chiavi della morte.
   Ma quei cattolici che si dicono giovani, ed uomini moderni, e che restano nella loro chiesa solo perchè credono che a questa resti ancora il segreto della vita vera, come mai non sentono la necessità di affrontar il problema centrale del loro pensiero religioso essi — che hanno la fiducia di poterlo risolvere vittoriosamente ?
   Domanda questa alla quale molte persone in Italia dovrebbero preoccuparsi di rispondere : e più degli altri, mi sembra, gli scrittori del Rinnovamento.
   G. Amendola