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leonardo
e come una fusione. » È forse necessaria l'uniformità delle forme esteriori per coloro che sono animati da un medesimo sentimento? Son forse le chiese soltanto scuole, la cui solidità debba misurarsi dalla rigidità dei dogmi che insegnano? Non è forse la religione radicata in un sentimento intimo che è al di là di ogni formalismo dogmatico ? E se è così, si può benissimo lasciar da parte ogni segno di unificazione esterna, la quale non darebbe alcun vantaggio e forse potrebbe contribuire invece a moltiplicare le divisioni, e tutti i cristiani di buona volontà debbono unirsi per lavorare all' unificazione interna delle Chiese. Così il professore di Berlino.
Le idee dell'Harnack mi sembrano perfettamente spiegabili dal punto di vista di un protestante, il quale vede che per forza dei tempi lo spirito della Riforma lavora fin dentro le mura del Castello Cattolico, e può benisssimo all'infuori di ogni confessionalismo ristretto restare un buon riformato e diventare un uomo tollerante. I quattro secoli che ci separano dalla Riforma sembrano aver dato tanta ragione a Lutero da permettergli di prendere questa posizione di lusso : restar sè stesso in modo completo e avvicinarsi al Papa portando in mano un ramoscello d'ulivo. L' Harnack è certo in perfetta buona fede quando augura, e fino a un certo punto constata, il riavvicinamento delle due Chiese nel campo dei fatti ; ma i fatti sono suscettibili di due diverse interpretazioni.
Può darsi veramente che uno stesso spirito ha vissuto sempre dietro le due forme confessionali, spingendole a riavvicinarsi attraverso i secoli, e può darsi invece che dietro una delle due forme uno spirito vada a poco a poco agonizzando mentre l'altro, impadronendosi del suo involucro esterno, lo adopera per farlo cooperare con l'altro ; come le due braccia di uno stesso individuo lavorano concordemente per un solo scopo.
Potrebbe darsi insomma che il cattolicismo agonizzi — ignorato e solo — nell'interno delle sue gigantesche