Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   schermaglie
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   pedanti tedeschi, quanto degli italiani che avevan voglia di diventare pedanti, be i Francesi han da noi fama di produrre soltanto barbieri, ballerine, maestri di lingua e guide d'automobili, è perchè noi abbiamo cercato da loro precisamente questi prodotti secondari : se abbiamo in mente Lavedan e Mirbeau, la colpa è dei signori che hanno copiato Lavedan e Mirbeau. Se Gorki è cosi celebre, e Dostojeiski così incompreso, se in Tolstoi si ammira il rimbecillamento e non si vede la parte artistica, la colpa è tutta degli italiani che fiutano quel che va al loro naso e ci si sollazzano.
   Ogni nazione è un po' responsabile dei giudizi che dà delle altre e sarebbe tempo che ci facessimo, proprio a noi italiani, il processo per le pochades francesi, per le pedanterie tedesche, per gli arri-cismi rivoluzionari russi. Perchè non siamo andati a scovar fra i francesi, fra i tedeschi, fra i russi quelli che si solleveranno fra i pili, invece di contentarci di quelli che rappresentavano i più? Non abbiamo il diritto di ridere degli stranieri che ignorano Carducci mentre conoscono Mistral per la semplice ragione che se una no stra celebre Accademia, la Crusca o i Lincei, dovesse domani distribuire dei premi Nòbel, sceglierebbe senza dubbio o il Signor Gorki o il signor France o il signor Heyse o peggio ancora.
   G. il S.
   Difetto di grandezza.
   Secondo le buone tradizioni la grandiosità di disegno dovrebbe essere una qualità classica e quindi italiana per eredità. Ma invece nelle nostre cose italiane siamo poco inspirati alla grandiosità, perfino in quelle che della tradizione classica risentono di più, cioè nella letteratura.
   Non possiamo nemmeno paragonarci ai francesi, che passan per piccoli leggeri e vanerelli, perchè noi ne imitiamo le cose piccole leggere e vanerelle, come nei racconti di Ojetti e nelle commedie dei fabbricanti teatrali di Milano. Nessuno da noi ha ripreso dai romanzieri francesi il gusto di affrescare tutta la storia contemporanea, come in Sue, in Balzac, nei Margueritte, in Péladan-in P- Adam — e nessuno ha avuto da noi la visione di poemi abbracciami tutta la storia dell'umanità, come si vede in Vigny, in Hugo, in Lecomte de Lisle. Si disprezzano i francesi, ma non si comprende la grandiosità di questi sogni dei loro romanzieri e Poeti : la Comédie Humaine, e la Légende des Siècìes.
   G. il S.