Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   tive condizionate o di strumenti per le previsioni di possibili esperienze, viene posta in luce con gran chiarezza e determinazione.
   u Ad ogni inferenza causale corrisponde sempre un esperi-n mento, o attuale, o eseguibile, o anche semplicemente pensabile. » Quando noi ad esempio diciamo che, probabilmente, la Sime-» tria ben conosciuta delle sogliole dipende da un adattamento » alla vita di fondo e dall'abitudine presa da questa specie, o dai » suoi progenitori, di stare appoggiata su di un fianco nel fondo » opaco del mare (abitudine utile per tanti motivi) noi, senza sali perlo, nell' affermare ciò facciamo degli esperimenti.... ideali. » Infatti non affermiamo altro in ultima analisi che questo : che se » noi con un mezzo qualunque avessimo potuto impedire ai proge-» nitori dei pleunorettidi di andare a fondo non sarebbero allora » venute fuori delle forme asi metriche con i caratteri dei pleuno-» rettidi attuali, o ancora, che, se, una volta questi progenitori cali lati a fondo, avessimo avuto il mezzo di farli vivere, invece che » su di un fondo opaco, su di un fondo trasparente, probabilmente » non si sarebbe verificata la migrazione tanto caratteristica del-» l'occhio.
   » Così quando il Darvin ideava l'ipotesi della selezione natu-» rale che è una delle spiegazioni causali della origine di nuove n specie da altre preesistenti, in fondo non faceva che affermare » come probabile, per analogia con i risultati della selezione ardii fidale, che, se egli avesse avuto il mezzo di alterare una qual-» siasi delle condizione di vita, interne o esterne, di una specie » animale, e avesse avuto il modo di riconoscere con esattezza, o » anche con approssimazione, quali fossero le proprietà utili e » quali i caratteri nocivi della specie nel nuovo sistema di condili zioni, egli avrebbe constatato la eliminazione graduale degli » individui presentanti più accentuati i caratteri nocivi e una soli pravvivenza degli individui con caratteri utili più spiccati ; e » avrebbe potuto constatare lo spostamento del tipo medio della » specie e la costituzione di una varietà o specie nuova avente in » prevalenza i caratteri più utili e perciò presentante in un grado » massimo quegli adattamenti interpetrati fino allora come espres-» sione di una finalità della natura. L'ipotesi della selezione si ri-» solve dunque in un complesso di esperimenti possibili, se non ii eseguibili con i nostri mezzi ». (pag. 52).
   G. Vailati.