Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   abituali, e che per la loro frequenza e famigliarità vengono ad apparirci come più « naturali » di tutte le altre : tendenza che come ha notato recentemente il Guastella (nei suoi « Saggi sulla teoria della conoscenza ») costituisce il presupposto implicito della maggior parte dei sistemi metafisici.
   Si deve tuttavia anche riconoscere che, a dar prestigio alle spiegazioni meccaniche di fronte a tutte le altre, concorre anche il fatto che le condizioni o cause in esse considerate (movimenti, azioni deformatrici ecc.) sono precisamente quelle che sono più soggette al controllo della nostra volontà : le sole, in fondo, alle quali si estenda il nostro dominio direttto.
   L'influenza di questa circostanza si trova del resto confermata dal fatto che, anche nel campo stesso della meccanica, di mano in mano che dalle spiegazioni che (come quelle che si riferiscono all'equilibrio o alle azioni di corpi in contatto) implicano la considerazione di rapporti analoghi a quelli che sussistono tra il nostro corpo e le cose che tocchiamo o moviamo, si passa a quelle in cui si fà appello alle leggi più generali del moto (ad esempio al principio dei lavori virtuali, o alle leggi di Newton) va svanendo affatto qualsiasi impressione di una differenza di » natura » o di razionalità tra le spiegazioni date dalla meccanica e quelle che vengono fornite da altre scienze.
   E stato anzi notato, come un fatto degno di attenzione per gli psicologi della conoscenza, il curioso contrasto che sussiste tra l'attitudine dei cultori delle scienze meccaniche e fìsiche e i biologi per quanto riguarda l'apprezzamento del compito e del carattere logico attribuito dagli uni e dagli altri alle loro rispettive ricerche.
   Nel momento stesso in cui i biologi erano portati dall'entusiasmo per le loro scoperte relative alle dipendenze genealogiche delle specie, a riguardare la biologia come una scienza ormai pronta a passare, dallo stadio puramente descrittivo e classificatorio, a quello di una scienza capace di assegnare le cause e dare delle spiegazioni dei fatti da essa studiati, i meccanici andavano compiendo una evoluzione affatto inversa, il cui carattere si può riassumere con la frase, così spesso ripetuta, del Kirckhoff, che unico scopo della meccanica è di descrivere, nel modo più semplice, più completo, più comodo, i movimenti effettivi dei corpi, e che ogni teoria, o legge, o ipotesi meccanica non è che un mezzo per questo fine e non ha valore o significato se non in quanto serve a raggiungerlo.
   La ragione di questo contrasto è a mio parere da cercare so-