Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   glianze o differenze esteriori e più immediatamente apparenti, degli oggetti o dei processi studiati, altre riferentisi invece a somiglianze o differenze che si manifestano soltanto quando essi vengano assoggettati a determinate operazioni e obbligati ad agire o reagire in circostanze artificialmente prodotte.
   A questa tendenza che si è manifestata finora soprattutto nelle scienze fisiche o chimiche non vi è ragione di credere che debbano o possano sottrarsi anche le scienze biologiche. E a questo riguardo che non mi sembra facilmente giustificabile la separazione che l'A. vorrebbe che si accentuasse tra i rami della biologia il cui compito immediato è la comparazione e la classificazione degli, organismi e quelli il cui oggetto è lo studio sperimentale dei vari modi di comportarsi o trasformarsi di questi in corrispondenza a dati stimoli o a date condizioni esteriori.
   Dal momento cioè che l'azione, o l'intervento dello scienziato nella produzione dei fatti che studia, ha una parte non meno importante in quella che si può chiamare la frase descrittiva, o classificatoria, della ricerca, di quanto ne abbia nella fase in cui si indagano le cause e le spiegazioni, non mi sembra che la presenza o l'assenza di tale intervento possa costituire un carattere differenziale su cui basare una distinzione tra i vari rami di ricerca scientifica che si riferiscono ad uno stesso soggetto.
   Tra le ragioni addotte dall'A. in favore della distinzione tra le parti della biologia che hanno un compito puramente classificatorio e le parti a cui egli riserva l'epiteto di sperimentali ve n'è una sulla quale egli insiste in modo particolare e che egli formula dicendo che, per quanto riguarda le questioni di dipendenza genealogica e le ipotesi sulla trasformazione delle specie, la semplice osservazione e comparazione dei fatti non ci permette che delle congetture più o meno probabili, mentre le conclusioni più sicure possono essere raggiunte soltanto col ricorso alla « sanzione sperimentale ».
   Anche qui pare a me che l'esame di quanto avviene in altri campi di ricerca scientifica non tenda a confermare l'opinione del l'autore.
   L'astronomia, per esempio, che per 1' attendibilità e la precisione delle sue previsioni rappresenta quasi il tipo delle scienze che arrivano a conclusioni sicure, non deve certo tale sua prero-