Stai consultando: 'Leonardo Rivista d'idee', Anno 1906

   

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Leonardo
Rivista d'idee

1906, pagine 390

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a cura di Federico Adamoli

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   leonardo
   » un mezzo più comodo di stabilire le omologie : staremmo treschi » se armati di tale definizione volessimo stabilirne una sola. La » difficoltà di apprezzare le omologie è rimasta immutata : come » per gli antichi così per i moderni il criterio è quello dell'esame » più esauriente possibile degli organi da paragonare. Non solo « occorre esaminarne la t'orma esterna e la posizione relativa nel « corpo ma anche la interna struttura e i rapporti con tutti gli » altri sistemi di organi, con i vasi o con lo scheletro; ma anche ii il modo di sviluppo : se si abbozzano in questo o in quel tempo, » in questa o quella posizione relativa, se si originano da questo » o da quel foglietto germinativo ecc. ». (pag. 21-23).
   Col qualificare il compito dell'anatomia comparata come esclusivamente descrittivo, comparativo, classificativo l'A. è tuttavia lungi dal negare che i biologi si devano occupare della ricerca delle cause o di quelle che egli chiama le « spiegazioni causali » dei caratteri e delle trasformazioni degli esseri organizzati. Ciò che egli afferma è soltanto che questo compito è da riservare a quei nuovi rami di ricerca biologica (come ad esempio la meccanica dello sviluppo) che sono caratterizzati dall'impiego che vi si fa dell'esperimento, inteso questo nel senso più ordinario, cioè come consistente nella produzione artificiale, e ripetibile a volontà, dei fatti o processi studiati.
   Questa tendenza a far coincidere in certo modo la distinzione tra la ricerca delle cause e quella delle somiglianze con la distinzione tra l'esperimento e la semplice osservazione non può a meno che riuscire simpatica a quelli tra i cultori di studi filosofici, che come i pragmatisti, concepiscono la ricerca delle cause come non differente dalla ricerca dei mezzi atti a provocare o a impedire dati fatti.
   A me pare tuttavia che le affermazioni dell'A. a questo proposito siano da assoggettare a qualche critica e non siano da accettare senza qualche riserva. Più d'una fra esse suggerisce, indipendentemente forse anche dalle intenzioni dell'A., l'idea che all'esperimento, inteso nel senso visto sopra, sia da attribuire come mezzo di classificazione o di determinazione delle somiglianze o differenze tra ciò che si classifica, meno importanza che non all'osservazione propriamente detta.
   Ora, non soltanto in biologia ma anche in chimica e in fisica,