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leonardo
Compiere un miracolo non è perciò alterare le leggi dell' Universo, cioè non è distruggere. È prendere parte come energia intensamente sviluppata, alla vita universale. Io non amo, dunque, Dio per i suoi miracoli. Non vorrei essere Dio per compiere un miracolo. Ma vorrei essere un Dio o meglio essere Dio per ridurre la continua lotta che deriva dalla mia nostalgia, a' suoi elementi più semplici, per essere io la negazione dell'esistenza opposta all'Esistenza : perchè le due proposizioni fossero antagoniste in me. L' unica speranza che resta nelle nostre impossibilità di distruzione è questa appunto: che il nostro individuo divenga un Dio il quale, consapevole perfettamente della sua natura, neghi sè stesso e le sue qualità : divenga un Verbo, che sia negazione del suo stesso significato : divenga un ente che non sia una Morte esistente. Amo Dio per inalzarmi a lui e far della mia vita uno sforzo continuo per arrivare alla consapevolezza della distruzione di me stesso.
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Tu pensi che questo determini in me un pessimismo facile. Ti inganni. L'amore di Dio, per quanto io lo consideri come tramite verso la morte, mi assorbe. Dio è un amante che si concede con entusiasmo. T'inebria e non ti lascia disperare. Poi che il mio desiderio è oltre Dio, io vivo rispetto a Lui in diffidenza : ma incontrandomi in lui mi perdo nella sua eternità ; eccoti spiegato il mio scetticismo de' miei momenti di quiete. Amo e non ho stima di ciò che amo. M'appago in un bene conseguito, e so che il mio desiderio più vero è inappagato. Immagina un re che volesse conquistarsi un largo dominio con la violenza delle armi : egli muove gli eserciti, ma, senza combattere, i popoli fanno di fronte a lui atto di sudditanza. Certo egli è felice. Ma non è la felicità che aveva desiderato. C' è una delusione, un rimpianto, un'aspirazione non del tutto vinta, c' è qualche cosa di amaro, ombra della sua gioia. Questa amarezza