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leonardo
non può esistere. Ciò che è non può non essere. L'essere che vive nella massima intensità di vita — l'uomo-Dio, il Creatore, il Dio universale — non può annullare se stesso : esistere mentre non esiste.
Ora questa fatalità che incombe su di noi, è in noi l'origine prima d'ogni nostra nostalgia. Tutta la vita nostra nel mondo, sia che vogliamo considerarla come una prova, o come un transito, o come una battaglia, c in una ricerca continua di qualche cosa che sfugge alla nostra possibilità. Spesso crediamo che sia desiderio di creare. I problemi che maggiormente ci preoccupano sono quelli sulla nostra libertà d'arbitrio, sul determinismo che ci guida nelle nostre azioni : cioè sono i problemi che riguardano la nostra energia come produttrice. E pure, nè determinismo nè libero arbitrio riescono ad appagarci. Nè il compiere molte azioni e il desiderarne sempre nuove nè 1' immobilizzarci in un nirvana contemplativo appagano la nostra nostalgia e il nostro desiderio. Qualche cosa di misterioso rimane in noi, la sensazione fisica, il sentimento, l'affinità verso ciò che è o potrebbe essere in nostro contatto : rimane in noi l'amore, e quindi con l'amore, l'insoddisfazione.
La causa dell' insoddisfazione, il fine della ricerca, l'appagamento delle nostre nostalgie sarebbero nella morte. Noi amiamo quello che non potremo avere mai, cioè la morte. Pur di giungere alla morte, noi abbiamo immaginato che la felicità sia nell'armonia senza fine, cioè nel silenzio : nella mobilità perfetta, cioè nell' immobilità ; nella luce senza ombra, cioè nella cecità : e abbiamo identificato il morire col tornare a Dio, la morte con Dio. Quando le nostre aspirazioni, i nostri desideri, tutte le particolarità del nostro individuo che fanno di noi esseri diversi dalla divinità si saranno riunite, appagate, annegate in Dio, quando noi saremo in Dio, saremo Dio, allora la nostra vita individuale sarà compiuta. E pure noi continueremo ad esistere in Dio. Dio esisterà come silenzio, come immobilità, come luce in-