in quantic maniere non ha capito l' italia 313
di queste differenze consola il cuore e letifica lo spirito. Io voglio, dunque, esporre in quante maniere l'Italia non ha capito il mio proclama e la mia campagna.
I.
Lascio da parte di proposito tanto i canzonatori superficiali (Osservatore Cattolico, La Giustizia, ecc.) quanto gli approvatori superficiali. Gli uni si provano a ridere sul mio invito ad esser pazzi e scambiano la lode del coraggio intellettuale a tutti i costi contro la viltà della vita saggia per un'apologia del manicomio — gli altri lodano a fior di labbra, per scimmiottatura o per complimento.
Anche tra quelli che approvarono con più forte calore le mie parole alcuni (E. Zamorani, G. d' It„ 6 sett., F. M. Martini, G. d'It., 2j agosto) non fecero che parafrasare, con maggiore o minore esattezza, alcune mie parole ed uno di essi, il prof. Fornelli dell' Università di Napoli in una lettera eh' io feci pubblicare (G. d'Italia n sett. 1906) mostrava di capire così poco il carattere mio e quello del mio apostolato che mi augurava una cattedra « da dove popolarizzare il mio insegnamento »! Moltissimi poi mi hanno scritto regalandomi complimenti e incoraggiamenti e assicurandomi che le mie parole avevan dato gioia e coraggio ai loro spiriti ma senza dirmi niente di particolare circa il significato e il valore delle mie intenzioni.
Di essi, dunque, potrò occuparmi nel caso che si cominciassero a vedere dei frutti e delle prove dell'eccitamento che ho prodotto in loro. Per ora non posso far altro che ringraziarli e lasciarli pensare. E lascierò pure da parte quelli che dettero un senso tutto fantastico ai miei appelli, come quella buona signora che si firma « una donna che si occupa di studi psicologici nella modesta misura delle sue forze » la quale loda entusiastica