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leonardo
Così con la morale. La morale non può essere che la liberazione dalle classificazioni intellettuali (p. e. le virtù).
In fin dei conti quando si tratti di dare indicazioni e risposte affermative, 1' hegelismo tace. In arte vi rimanda al buon gusto, in morale alla coscienza, in filosofia alla realtà. E la teorica meno impacciante per chi ama la vita spontanea che ci possa essere.
Non le chiedete perciò nè cosa dovete fare, nè cosa potete prevedere ; essa vi lascia a voi stessi con le vostre capacità creative, fornendovi solo la critica delle affermazioni e dei legami e delle falsificazioni della vita.
Perciò essa è mistica. Il suo concetto concreto non può dire ciò che Dionigi 1' Areopagita dice di Dio e che ripetono più tardi tutti i grandi mistici medioevali e moderni che traverso lui odono la voce di Plotino, da S. Agostino ad Angelo Silesio : Dio essendo il tutto non è significabile per nomi particolari. E vero che gli hegeliani dicon di superare i mistici perchè arrivano all'universale per mezzo della dialettica, ma chè lode è mai questa di arrivare a un posto per una via più lunga di un altro ? Se l'estasi può dare quello che dà il pensiero, perchè preferire l'uno all'altra ?
E quando il Croce vuole caratterizzare il pensiero filosofico, non ricorre per 1' appunto allo « stato dionisiaco » che i mistici considerano come un equivalente dell'estasi ? Il pensiero che arriva ad annientare l'individuo per afferrare l'universale concreto, non è un pensiero come comunemente si intende, cioè una cosa logica, fredda, analitica, ma un vero moto creativo e poetico, perfettanysnte paragonabile all' « estro » del poeta, al « furore » della Pizia, e all' « estasi » del mistico (i).
(i) Per questo pensiero così in contrasto con le polemiche di Hegel contro i mistici (ognuno combatte più i vicini che i lontani) rimando alla mia recensione di un libro di Spaventa nel Leonardo (Dicembre 1905).