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leonardo
un senso gliene darò due, tra i quali gli Hegeliani potranno scegliere.
La prima interpretazione ch'io propongo è quella d'intendere la dialettica come un tentativo di reazione logica, mascherata da metafisica, contro le false distinzioni della scolastica e in genere della filosofia tradizionale, come una difesa paradossale contro coloro che tentarono di fermare il pensiero mettendogli innanzi dei dilemmi, rispondendo ai quali o in un modo o nell'altro si era costretti ad ammettere la cosa più importante, cioè che fossero veramente del dilemmi. L'Hegelianismo dunque, di fronte alle distinzioni false, ha cercato di mescolare e di fondere in modo da produrre confusioni tali da rendere poi necessarie nuove distinzioni presumibilmente migliori delle antiche. Esso rappresenterebbe in certo modo la dichiarazione del diritto di combattere le teorie al di là delle apparenti antinomie. A quelli che dicevano : questo o quello, esso risponde : questo e quello. Hegel rappresenta la guerra degli e contro gli o oppure il partito di quelli che invece di « tagliar la testa al toro » preferiscono di tagliargli semplicemente le corna. Di queste false antinomie ce ne sono state in tutte le scienze (es. pesante e leggero, terrestre e celeste ecc.) e gli scienzati via via le hanno tolte di mezzo. Hegel invece di fare lo stesso lavoro nella filosofia facendo una critica diretta delle false ed apparenti antinomie filosofiche ha scoito la forma metafisica e trascinato dall'entusiasmo ha dato apparenza di sistema della realtà a ciò che doveva essere una semplice correzione di metodo.
Ma per quelli a cui non piacesse questa mia interpretazione eccone un' altra : la dialettica potrebbe essere una specie di legge storica, una teoria del modo col quale si succedono le forme sociali o le teorie scienti-che ecc. Essa vorrebbe dir questo : che in generale a un' affermazione esagerata ne succede un' altra opposta, la quale esagera nell' altro senso invece di tener conto delle restrizioni che giustificavano in parte la prima.