il senso di hegel
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astrazioni filosofiche sono necessarie e perciò si adeguano al reale e non lo mutilano o falsificano » (6).
Ma in questo caso la parola concreto vien presa, evidentemente, in un senso diverso dall' ordinario, e non significa più qualcosa di veramente tangibile ed esistente, perchè in questo caso anche le scienze particolari sarebbero concrete, ma vuol indicare qualcosa di completo e di adeguato al reale. I concetti scientifici impoveriscono la realtà e il filosofo, a quanto pare, la rappresenta interamente.
Ammettiamo pure che sia vero ma in che modo ottiene questo ? Per mezzo di parole così generali e così vaghe (ad es. divenire) che, per forza, qualunque cosa accada, qualunque fatto esiste vi è compreso. Se si chiama esser completo il trovare delle parole che abbiano un estensione così grande di comprendere tutto quanto, allora la descrizione più completa del mondo sarebbe questa : Le cose esistono. A questo modo nulla sfugge ma nello stesso tempo non si dice nulla.
Un reporter che, facendo la descrizione della folla di un campo di corse, cita soltanto i nomi di alcuni dei presenti impoverisce la realtà mentre un filosofo che dicesse che in quel dato posto vi era una certa quantità di donne e una certa quantità di uomini dice qualcosa di più completo ma nello stesso tempo di più indeterminato. La massima completezza equivale alla massima indeterminazione ed è evidente che noi preferiamo chi ci dica solo poche cose ma precise a colui che pretende dir tutto senza farci conoscere nulla. Si può esser completi con una parola sola ma dove se ne va allora la ricchezza e la pienezza che ci venne promessa ?
Io non so poi cosa possa significare per il Croce che il concetto è adeguato al reale. Non certo 1' essere identico o simile a quello di cui parla perchè, come un libro di botanica non è una foresta, così un libro di filosofia non è il mondo. Conoscenza adeguata al reale non può avere altra significazione che questa : che io potrò riconoscere le cose di cui ho sentito parlare quando mi